martes, 9 de octubre de 2012

ARTICULO VOLONTARI PER LO SVILUPPO

Guatemala | Esperienze di resistenza al femminile 

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barrillasDal 24 settembre più di 250 donne, principalmente guatemalteche e maya, ma anche rappresentanti di organizzazioni di Panamá, Costa Rica, Messico, Argentina, Stati Uniti, Francia e Spagna, sono riunite in Guatemala in occasione del “Festival per la vita, corpo e territorio delle donne”, per condividere esperienze di resistenza nella difesa del proprio corpo, vita e territorio, di rottura del circolo del terrore fomentato dalla militarizzazione dei propri territori.

Il Festival nacque inizialmente allo scopo di realizzare un’azione concreta di solidarietà con le donne di Santa Cruz Barrillas (Huehuetenango), in seguito all’isolamento coatto e alla forte ondata di repressione che colpì la popolazione locale nel maggio 2012, attraverso l’imposizione di uno stato di emergenza, la militarizzazione del territorio e la persecuzione giudiziaria di molti leaders e liderezas delle comunità locali.

Il Municipio di Barrillas, già oggetto della politica di tierra arrasada (terra bruciata) dei militari durante il conflitto armato interno guatemalteco, viveva da anni un conflitto latente tra la popolazione locale e l’impresa spagnola Hidro Santa Cruz (del gruppo Hidralia Energia), intenzionata a costruire una idroelettrica nel territorio malgrado la ferma opposizione della popolazione, formalizzata anche da una consultazione popolare secondo quanto stabilito dalla Convenzione 169 dell’ILO. Il 1 maggio 2012, quando 2 dipendenti della Hidro Santa Cruz assassinarono Andrés Francisco Miguel, uno dei leader comunitari contrari all’idroelettrica, e si rifugiarono in seguito nella base militare del Municipio, il conflitto esplose: di fronte alle proteste della popolazione il Governo di Otto Perez Molina dichiarò lo Stato di emergenza, i militari occuparono il territorio e si spiccarono numerosi ordini di cattura contro rappresentanti (uomini e donne) delle comunità contrari all’idroelettrica.
Il ricorso a misure repressive simili a quelle sperimentate dalla popolazione di Barrillas - e in particolare dalle donne - durante il conflitto armato interno, e l’arbitrarietà di cui poteva godere l’esercito nel controllare la popolazione (nelle parole del Presidente “Durante lo Stato di Emergenza non si violano diritti, perché i diritti sono sospesi”) hanno contribuito a creare un clima di terrore generalizzato e di incertezza giuridica che ha colpito non solo le donne e la popolazione di Barrillas, ma anche tutte le donne e comunità che nel Paese sono in resistenza per difendere i diritti sui propri territori secondo quanto stabilito dagli Accordi di Pace guatemaltechi e dalla Convenzione 169 dell’ILO.

Con le parole di María Guadalupe García, di Mama MaquinI conflitti a Santa Cruz Barrillas confermano la strategia repressiva promossa da anni in diversi territori del Paese, come San Juan Sacatepéquez, San José del Golfo, Valle del Polochic, San Marcos, Xalapán Jalapa, San Rafael Las Flores, tra gli altri, dove si evidenzia che la politica di “sviluppo” dello Stato guatemalteco risponde agli interessi di lucro delle imprese nazionali e transnazionali. Tali piani si promuovono a costo della Vita, e con la sfrontatezza di utilizzare risorse e istituzioni statali per difendere gli interessi economici delle imprese straniere”.
Invitacion Festival Cuerpo Vida Territorio (1)

Per tali ragioni, le partecipanti dichiarano oggi che Todas Somos Barrillas, Tutte siamo Barrillas, per confermare l’appoggio alle donne che sulla propria pelle stanno vivendo le conseguenze della militarizzazione del proprio territorio, ma anche per ricordare che quanto avvenuto a Barrillas può ripetersi in altre aree del Paese e su altri corpi (negli ultimi mesi 2 liderezas guatemalteche impegnate nella difesa del proprio territorio sono state oggetto di gravi aggressioni), ed è per questo ancora più importante creare alternative di pace e di libertà, così come farlo insieme: donne presenti sul territorio che costruiscono e si accompagnano, ma anche donne e uomini come noi, che dall’altro lato dell’oceano possono contribuire a mantenere un occhio vigile su quanto sta accadendo.

Per conoscere la Campagna contro la criminalizzazione delle donne in prima linea nella difesa del proprio territorio:  http://yotambiensoyhermelinda.blogspot.it/

 

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